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PENE D’AMOR PERDUTE

di William Shakespeare
Regia di Matteo Tarasco
“Pene d’amor perdute” è una delle prime commedie che Shakespeare scrisse appena arrivato a Londra, alla fine del Cinquecento, una commedia romantica, una commedia di sentimenti e di passioni. Ma è anche una sorta di rituale di iniziazione verso l’età adulta, un romanzo di formazione che coinvolge giovani ed adulti, un rituale, dove il più potente degli dei – Eros – governa le menti e i corpi di tutti i personaggi, fiaccando la volontà e l’intelletto.
Questa messa in scena concentra l’attenzione sull’idea di contemporaneità: ovvero, così come Shakespeare scelse di raccontare una storia a sé contemporanea, con riferimenti ad eventi storici e sociali di pochi anni antecedenti, così si è scelto di ambientare la storia nella nostra contemporaneità, riferendoci ad eventi di qualche anno fa. Ed è così che la Navarra – in cui Shakespeare ambienta la commedia – diviene il Salento; il Re Ferdinando è un boss della Sacra Corona Unita, che contrae un patto di sangue con i suoi uomini più fidati, decidendo di dedicarsi per tre anni ad una condizione ascetica e rigorosa. Tale patto di sangue implica l’astensione dalla frequentazione delle donne. Ma l’arrivo della bella Principessa di Francia, la figlia di un boss rivale – che comanda una masnada di fanciulle malavitose, armate e aggressive – rovinerà i piani del Navarra.
Lo spettacolo è ambientato negli anni Ottanta, quando la musica pop furoreggiava, e l’edonismo imponeva mode e modi grotteschi; canzoni famose rielaborate e suonate dal vivo, trasformeranno la commedia in una opera pop, a metà tra il “gangster movie” e la “love story”.