Skip to main content

ITALIANI CÌNCALI!


Con Mario Perrotta
Maximilian Nisi, Maria Letizia Gorga e Tiziana Bagatella
Regia di Mario PERROTTA
Una valigia di cartone con dentro pochi indumenti e tante speranze, un biglietto del treno diretto in Belgio che forse costa un po’ troppo, ma tanto è per un futuro migliore e si fa. Una donna, dietro le tende gonfiate dal vento del Sud, piange la partenza del proprio uomo che è andato a prestare le sue braccia per quel lavoro in miniera. L’attore compie un viaggio tra le rovine dei sentimenti di chi è rimasto o ha fatto in tempo a tornare, prima che lo scoppio lo portasse via. Siamo a Marcinelle.

CIRCE o Il profumo dei maiali

di Isabella Carloni
Regia di Isabella Carloni
Voce narrante della storia è la stessa protagonista, Circe, una maga terribile e ammaliatrice che seduce Ulisse e lo costringe a rimanere con lei per molto tempo, senza che quest’ultimo ne abbia la percezione. Non solo: chiunque tra gli uomini di Ulisse cerchi di fuggire, viene trasformato in un maiale. In questa nuova prospettiva, la trama spia sotto le vesti della seduzione femminile e osserva la riprovevole demonizzazione del corpo, rappresentata dal maiale su cui si svela un punto di vista curioso, che si piega davanti alle materiali pulsioni.

EDIPO E LA PIZIA

di Lucia Poli
con Lucia Poli e Giorgio Rossi
Maximilian Nisi, Maria Letizia Gorga e Tiziana Bagatella
Liberamente ispirato a un racconto di Dürrenmatt
Coreografie di Giorgio ROSSI
Regia di Lucia POLI
Il mito greco torna con le sue bizzarre riverenze e le curiose credenze, rappresentate da personaggi grotteschi che, nel gioco del testo, conducono a degli interrogativi comuni ad ogni spazio e tempo: sono delle entità superiori che condizionano il corso della vita dell’uomo, o è proprio quest’ultimo che muove le corde della propria esistenza liberamente, o è il caso che condiziona gli eventi? Edipo consulta l’oracolo della sacerdotessa di Delfi, per sapere chi fossero i suoi veri genitori. Lunga e secca come quasi tutte le Pizie che l’avevano preceduta, la bislacca sacerdotessa, che distribuisce sentenze con scandaloso senso dell’umorismo, risponde all’interrogativo che attanaglia Edipo.

AULULARIA

di Plauto
con Stefano Masciarelli
Regia di Walter Manfrè’
Euclione, il protagonista, è un antesignano di Arpagone, l’avaro dell’omonima opera di Molière. Anche lui ha un attaccamento fisico e affettivo ad un oggetto: una pentola piena d’oro, che cercherà di proteggere sino al ridicolo. Il vecchio avaro la trova casualmente nel suo giardino e, ossessionato dall’idea che qualcuno gliela possa rubare, ostenta un’assoluta povertà. Gli intrecci della storia sono quelli tipici delle commedie di Plauto, caratterizzate da una inverosimile ironia. Nessun accenno a significati di carattere morale, unico scopo era il divertimento, non vi era nessun accenno.

IL MALATO IMMAGINARIO

di Molière
con Flavio Bucci, Renato Campese e Anna Casalino
Regia di Nucci Ladogana
“È una di quelle farse di Molière nella quale si trovano molte scene degne della grande commedia. L’ingenuità, spinta forse un po’ troppo oltre, ne forma il carattere principale.” Così Voltaire scriveva dell’opera. I panni del malato immaginario furono per la prima volta indossati dallo stesso Molière il 10 febbraio 1673, quando l’opera andò in scena per la prima volta al Palais Royal. Sul finire della quarta rap­presentazione, Molière è colto da un grave malore e muore qualche ora dopo. Queste circostanze danno alla sua ultima opera un particolare significato, e approfondi­scono le note tragiche e amare che affiorano nella pur brillante e divertentissima commedia

L’IMPRESARIO DELLE SMIRNE

di Carlo Goldoni
con Giuseppe Pambieri, Maximilian Nisi, Maria Letizia Gorga e Tiziana Bagatella
Regia di Massimo Belli
Goldoni compie un impietoso ritratto dell’ambiente degli artisti di teatro: da un lato un gruppo di comici sui quali rovescia la sua implacabile denuncia ; dall’altro il cinico detentore dei loro destini, che muove i fili delle vicende. È un affresco del teatro e quindi della vita, in una crescente denuncia dell’uomo che non dà più significato al senso della sua esistenza e ai sentimenti, ma che si rifugia in un cieco arrivismo, in un prevalente individualismo che lo porterà ad un esasperato desiderio di emergere sugli altri.