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CHE FINE HA FATTO IL MIO IO?

Con Francesco Paolantoni
di Francesco Paolantoni e Paola Cannatello
Musiche di Antonio Annona
Regia di Francesco PAOLANTONI
“Come tutti, sono alla ricerca del mio Io. Appena ‘o trovo, ‘o sputo ‘n faccia!” Il protagonista cercherà di risolvere la sua crisi esistenziale attraverso una serie di terapie che coinvolgeranno anche il pubblico: cromoterapia, idroterapia, sessoterapia, musicoterapia, ciboterapia e così via, un’esilarante pubblicoterapia che ha trovato riscontro anche tra veri psicoanalisti che lo stesso protagonista ha frequentato come paziente arrivando però a questa considerazione: “Ma perché devo parlare con una persona che devo pagare, quando posso parlare con tante persone che pagano loro a me?”

PSEUDOLO

di Plauto
Franco Oppini
con Renato Campese, Marco Paoli e Cristina Caldani
Regia di Mauro Annesi
E’ sicuramente una delle commedie più riuscite e rappresentative di Plauto. Imperniata sulla vicenda della separazione forzata dei giovani amanti e sull’atteso ricongiungimento finale, si avvale della creazione di due personaggi, che più di ogni altro rendono comicamente esplosiva tutta la commedia: il servo scaltro Pseudolo, vero antesignano di quella genìa di servi astuti, maliziosi, gioiosi e fieri di se stessi che tanto hanno animato tutto il Teatro; e il ruffiano Ballione, causa del mal d’amore dei due giovani amanti. In una Roma composta da un’umanità priva di gloria e di onore, ove regna solo la legge dell’inganno finalizzato al proprio tornaconto, l’irrefrenabile comicità si basa sui personaggi che esprimono i vizi e gli inganni.

CHI È CCHIÙ FELICE ‘E ME!

di Edoardo De Filippo
Gigi Savoia e Giovanna Rei
con Oscarino Di Maio e Massimo Masiello
Regia di Gigi Savoia
Commedia in due atti scritta nel 1929 e messa in scena nel 1933 con la compagnia Il Teatro umoristico(I De Filippo), si rifà ai temi tradizionali del teatro dialettale napoletano dove è più evidente l’influsso di Eduardo Scarpetta.La commedia l’ultima volta fu presentata proprio 25 anni fa, poco prima della scomparsa di Eduardo De Filippo. Il ruolo da protagonista in quella occasione, fu affidato a Luca De Filippo, il ruolo di Riccardo a Gigi Savoia, la regia dello spettacolo era di Eduardo De Filippo. Lo spettacolo era al Teatro Diana di Napoli, quando nell’ottobre 1984 giunse la notizia della scomparsa del grande drammaturgo.

AULULARIA

di Plauto
con Stefano Masciarelli
Regia di Walter Manfrè’
Euclione, il protagonista, è un antesignano di Arpagone, l’avaro dell’omonima opera di Molière. Anche lui ha un attaccamento fisico e affettivo ad un oggetto: una pentola piena d’oro, che cercherà di proteggere sino al ridicolo. Il vecchio avaro la trova casualmente nel suo giardino e, ossessionato dall’idea che qualcuno gliela possa rubare, ostenta un’assoluta povertà. Gli intrecci della storia sono quelli tipici delle commedie di Plauto, caratterizzate da una inverosimile ironia. Nessun accenno a significati di carattere morale, unico scopo era il divertimento, non vi era nessun accenno.

IL MALATO IMMAGINARIO

di Molière
con Flavio Bucci, Renato Campese e Anna Casalino
Regia di Nucci Ladogana
“È una di quelle farse di Molière nella quale si trovano molte scene degne della grande commedia. L’ingenuità, spinta forse un po’ troppo oltre, ne forma il carattere principale.” Così Voltaire scriveva dell’opera. I panni del malato immaginario furono per la prima volta indossati dallo stesso Molière il 10 febbraio 1673, quando l’opera andò in scena per la prima volta al Palais Royal. Sul finire della quarta rap­presentazione, Molière è colto da un grave malore e muore qualche ora dopo. Queste circostanze danno alla sua ultima opera un particolare significato, e approfondi­scono le note tragiche e amare che affiorano nella pur brillante e divertentissima commedia

L’IMPRESARIO DELLE SMIRNE

di Carlo Goldoni
con Giuseppe Pambieri, Maximilian Nisi, Maria Letizia Gorga e Tiziana Bagatella
Regia di Massimo Belli
Goldoni compie un impietoso ritratto dell’ambiente degli artisti di teatro: da un lato un gruppo di comici sui quali rovescia la sua implacabile denuncia ; dall’altro il cinico detentore dei loro destini, che muove i fili delle vicende. È un affresco del teatro e quindi della vita, in una crescente denuncia dell’uomo che non dà più significato al senso della sua esistenza e ai sentimenti, ma che si rifugia in un cieco arrivismo, in un prevalente individualismo che lo porterà ad un esasperato desiderio di emergere sugli altri.

L’AVARO

di Molière
Con Riccardo Garrone, Marco Paoli e Cristina Caldani
Regia di Maurizio ANNESI
L’avaro debutta nel 1668 al Palais Royal e da allora ha lasciata intatta la sua forza rappresentativa, anzi, se possibile, l’ha accresciuta nel corso dei secoli. Molière dipinge in Arpagone un avaro che non è più solo un accumulatore di ricchezze, ostinato conservatore della proprietà: Arpagone avaro ha la sua cassetta di denari, i cavalli che rischiano di morire di fame; tuttavia egli veste bene, ha una carrozza, diversi servitori, e in più è un “investitore”, per usura, ma investitore; i suoi denari sono sempre in moto, per fruttare, segnando il passaggio ad un’era più moderna, ad un’economia mercantilista o addirittura capitalista.

TESMOFORIAZUSE – La festa delle donne

di Aristofane
con Paola Quattrini
Regia di Beppe Arena
Durante le feste delle Tesmoforie, il concilio delle donne si riunisce per decidere di condannare a morte Euripide reo di averle screditate agli occhi dei loro mariti ed amanti nelle opere che ha scritto, svelandone i trucchi e segreti. Euripide convince un suo parente, pasticcione, a travestirsi da donna e a prendere parte al consiglio per parlare in sua difesa. Ma l’uomo si fa notare e le donne, avvisate da Clistene della presenza di un intruso, lo scoprono. Questi cerca disperatamente di fuggire ma viene catturato e messo alla gogna. Euripide, travestito da mezzana, riesce infine a liberare il suo parente distraendo il vigile che gli fa da guardia, e si danno alla fuga.

LA TURNATA ITALIANI CÌNCALI – Parte Seconda

di Nicola Bonazzi e Mario Perrotta
Regia di Mario PERROTTA
Chiudere una vita passata all’estero in un camion – armadio, letti, corredo, servizi di piatti, pentole, quadri, foto, lettere, lettere di licenziamento, di assunzione, passaporto, conto in banca, cassa malattia, viaggi in treno, compagni di viaggio, amici, nemici, mangianastri, mangiadischi, dischi italiani, ricordi, belli, brutti, la Germania, il Belgio, la Svizzera, cìncali, umiliazioni, riscatti, la prima macchina, la seconda… – e guardarlo partire quel camion. E poi accendere la macchina e seguirlo. Passare la frontiera. Arrivare sino a Bologna dove finisce l’autostrada. Arrivare nel Salento dove finisce l’asfalto. Arrivare a casa dove finisce tutto. Allora vuole dire che ti sei sistemato…

PLAZA SUITE di Neil Simon

Con Corrado Tedeschi
Regia di Claudio Insegno
La commedia è stata scritta nel 1968, ma a distanza di anni ancora riesce a far ridere senza fallire mai, essendo uno strepitoso meccanismo teatrale, ricco di invenzioni comiche e battute irresistibili. È una sorta di favola avvincente costellata da battute di sicuro effetto. È talmente ben scritta che risulta essere sempre efficace e, come tutte le commedie di Neil Simon, anche questa sollecita nel pubblico un processo d’identificazione. Infatti, descrive un momento di tre coppie diverse, tre problemi di coppia diversi con un unico filo conduttore: una stanza dell’Hotel Plaza di New York.